Cosa significa sostenibilità?
Il concetto di sostenibilità, introdotto nel corso della prima conferenza ONU sull’ambiente nel 1972, definisce quel tipo di sviluppo, oggi più che mai necessario, capace di assicurare il soddisfacimento dei bisogni dell’umanità senza precludere alle generazioni future la possibilità di realizzare i propri. La crisi ambientale che stiamo vivendo, con il progressivo esaurimento delle risorse naturali del pianeta, il forte inquinamento determinato dalle emissioni tossiche nell’aria e gli evidenti cambiamenti climatici, ci obbliga infatti a un cambio di rotta che investe anche e soprattutto il campo della produzione agroalimentare.
Crisi ambientale e agricoltura convenzionale
L’agricoltura convenzionale, che impiega concimi derivanti da processi industriali e pratica la coltivazione intensiva e la monocoltura, influisce infatti in maniera drammatica sull’ambiente, consumando le risorse naturali e distruggendo le biodiversità. Le filiere agroalimentari convenzionali, peraltro, impiegano macchinari che producono enormi quantità di gas a effetto serra, e contrastano il proliferare dei parassiti, causato dall’impoverimento dei suoli, con l’uso di pesticidi chimici e fitofarmaci altamente tossici per l’uomo e l’ambiente.
Biologico è sostenibile!
Una delle soluzioni alla crisi ambientale, sul piano specifico della produzione agroalimentare, è offerta dall’agricoltura biologica. Essa infatti, rifiutando l’utilizzo di prodotti sintetici e di organismi geneticamente modificati (OGM) e praticando la rotazione delle colture, valorizza la fertilità naturale del terreno e la biodiversità. L’agricoltura biologica, a differenza di quella convenzionale, utilizza esclusivamente sostanze di origine organica ed esclude l’impiego di tecniche industriali, contrastando così l’inquinamento e garantendo, a noi e alle le generazioni future, la sostenibilità ambientale.